Formarsi nel digitale

Ero in procinto di fare una scelta, volevo imparare di più e al contempo mi servivano punti per le graduatorie scolastiche: non ci capivo molto, ECDL, EIPASS, sicurezza digitale, erano parole che giravano nella mia testa e che "Googlavo" spesso. Certo alcuni software li avevo usati: Word, Excel, Powerpoint, ma l'avevo fatto per fare, a scopo puramente didattico, non mi sembrava che ce ne fosse veramente bisogno. 

Ora mi mi veniva richiesto di saperli usare bene, di approfondire, e visto che c'ero ho cominciato ad usarli nella vita comune: spesa, conti e...compiti in classe, ebbene sì, avevo sempre usato LateX prima, amatissimo dai puristi della matematica, ma non da tutti i colleghi coi quali ti scambi i file. Uno strumento di nicchia, potentissimo, un po' mi manca, ma so che i più non lo usano e diventa difficile collaborare con glia latri se devi imporre gli strumenti. Dovevo investire del tempo per imparare ad usare cose che, seppur di "più basso livello", erano richieste per progredire con il mio lavoro nella scuola.

Dopo una fitta rassegna di corsi e un certosino controllo di date, D., un mio collega, ed io, ambedue in certa di punti per le graduatorie come acqua nel deserto, decidiamo di iscriverci al "ECDL Security Specialised". la formazione la facciamo online, nelle vacanze di Pasqua (che gioia!) e poi andiamo a sostenere l'esame a Torino, dopo un giorno di full immersion. Chiaramente venivano ripetuti tutti i concetti che avevamo visto durante la formazione: si parte dal concetto di Internet, poi il web, l'identità digitale, la privacy, gli hacker, il phishing, gli attacchi DDoS e i sistemi per proteggere gli elaboratori. A dir il vero prima del corso non sapevo l'80% delle cose che ho imparato e non ero molto attento alla protezione dei mie dispositivi elettronici.

Tornato a casa con il mio attestato, mi sono accorto che non avevo solamente 3 punti da giocarmi in graduatoria (che poi diventarono 1,5 con il cambio delle normative), ma che ero un po' cambiato. L'antivirus non era solo un qualcosa di noioso che mi bloccava le installazioni dei software, mi sono messo a settarlo, a cercare di capire come ragionava,  ad aggiornarlo e a farlo girare di notte. Mi son reso conto che non solo i desktop o i notebook vanno protetti, ma anche i dispositivi mobili. Anche D. era stato influenzato positivamente dall'esperienza e decidemmo di provare a riproporla in classe ad una terza media, chiaramente riadattata al loro livello. La cosa riscosse più successo del previsto e ci venne voglia di seguire un altro corso.

Questa volta ci formammo in due corsi diversi: D. seguì quello sulle LIM ed io quello sui tablet. Ero convinto che le lavagne multimediali fossero già superate e che non mi interessavano; pochi mesi dopo mi accorsi che non potevo avere più torto. Il corso sui tablet non mi lasciò molto, anch'esso online e senza full immersion, fu un po' deludente, ma anch'esso mi cambiò. Notavo sempre più che non erano le cose nuove imparate per l'esame che contribuivano al mutamento era più la voglia di sperimentarle nel quotidiano che cambiava il mio modo di pensare al digitale. 

Nel frattempo in classe la LIM era comparsa, diventata mia amica, deposito, motore di ricerca e fonte di lezioni interattive. I ragazzi se ne accorgevano, stavamo imparando insieme ad usare strumenti per i quali non ero stato formato, il loro aiuto e la curiosità furono le armi vincenti per una didattica che stava nel presente, più vicina a quello che loro avrebbero fatto in un futuro...nemmeno così distante.

Ma le formazioni non erano finite, anzi, quelle che veramente hanno inciso maggiormente, anche sulle mie mansioni all'interno della scuola, dovevano ancora venire!

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